domenica 17 aprile 2011

Non aprite quella porta

Quella del taxi di Shanghai che avete incautamente fermato e sul quale vi accingete a fare un viaggio. Presto pregherete che sia breve e soprattutto immune da sinistri, se il tassista cinese appartiene ad uno dei grandi ordini, identificati collettivamente come i quattro cavalieri dell’apocalisse. Perché non vorreste mai averci a che fare, ma un giorno – è destino – vi troverete a dover fare i conti con loro.

Il Nicky Lauda.
Solo apparentemente il più pericoloso. Guida come se dovesse stabilire il record della pista per il gran premio del giorno dopo. Appena vede un tratto rettilineo, affonda il piedone pesante sul gas. Per fortuna sotto il sedere non ha una Mc Laren, ma solo una modestissima Santana spompata, con più chilometri di un Esadelta da museo del camion. Ciononostante è in grado di suscitare emozioni paragonabili a quelle di un giro di pista con un vero pilota di formula uno. Perché dal sedile posteriore di un taxi cinese i novanta all’ora reali si percepiscono come se fossero duecentosettanta, per il livello di rumorosità, vibrazioni e spifferi di portiere che non chiudevano bene nemmeno a chilometri zero, figuriamoci ora. Di solito il Nicky Lauda è giovane, sa spiccicare quattro parole d’inglese e ride di gusto se gli rispondete in cinese. Non bara sui resti e dà addirittura la ricevuta senza bisogno di sollecitarla.

L’Alberto Tomba.
Vive abbarbicato al volante. Il suo piantone dello sterzo si suppone sia uno degli organi meccanici più sollecitati. Infatti viaggia eseguendo continui slalom tra le corsie, evitando millimetricamente collisioni con i mezzi a cui taglia la strada, non curandosi per nulla dell’esistenza di chiunque altro abbia l’ardire di viaggiare sul suo stesso tracciato. Esibisce un ghigno perennemente incazzato. Sembra che ce l’abbia col mondo intero, e talvolta pronuncia oscure minacce dialettali all’indirizzo di certi imbecilli che gli ingombrano la viabilità con la loro inopportuna presenza. Alla fine della corsa grugnisce e spesso tende a dare il resto sbagliato – autoconcedendosi una mancia non meritata. È una della principali ragioni dell’esistenza della categoria successiva.

Il Musicista.
Usa con ammirevole costanza l’unico strumento musicale in dotazione alla vettura: il clacson. Non occorre che si trovi in presenza del succitato Alberto Tomba, per esercitare la sua specialità. L’autentico tassista musicista suona a prescindere. Ogni tre o quattro secondi un colpetto di avvertimento. Impegnando un incrocio, doppia nota. Un pedone minaccia di attraversare? Suonata. Non succede assolutamente nulla e non c’è un veicolo in vista per trecento metri? Non importa. La tromba c’è, usiamola. Una volta (giuro, potessi morire!) mi è capitato uno che ha acceso la macchina e prima ancora di ingranare la marcia ha dato un colpo di clacson. In un cortile. Deserto. Quando si dice: la forza dell’abitudine.

Lo Xamamina.
Si può dire che guidi come i piloti di formula uno, ma per una peculiarità: un piede sull’acceleratore e uno sul freno. Contemporaneamente. Con un sapiente e sadico dosaggio dei due gesti, provoca nausee e moti di vomito perfino in vecchi lupi di mare adusi a tempeste tropicali e doppiature invernali di Capi Horn. Pochi passeggeri sono in grado di uscire indenni dal sedile posteriore di un taxi guidato da un rappresentante di tale categoria. Il fenomeno si accentua a tarda sera, dopo le abbondanti libagioni e le scriteriate bevute di distillati ad alta gradazione. Questo spiega le variopinte strisce di colore che rallegrano le portiere di certi taxi, la mattina presto. Requisito essenziale dello Xamamina è di non essere superstizioso. Perché se credesse alla forza delle maledizioni, a giudicare da tutte le disgrazie che gli vengono augurate dai passeggeri in una giornata media di lavoro, avrebbe vita piuttosto breve.

10 commenti:

  1. Chi ha dato loro la patente? E la licenza ad esercitare la conduzione di auto pubbliche?
    Tesea

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  2. Per rispondere alla tua legittima domanda, dovrei spiegarti alcune cosette che ho scoperto circa gli insegnamenti degli istruttori di scuola guida cinesi...

    Basta dire che in Australia, se ti capita di vedere una vettura che si comporta in maniera imprevedibile, viaggiando in mezzo alla strada, senza rispettare alcuna regola del codice, tutti dicono immediatamente: sarà un cinese (in realtà l'espressione è molto più colorita e politically incorrect!).

    Poi c'è la categoria di quelli che, per risparmiare tempo e soldi, la patente la comprano direttamente al mercato dei documenti falsi. Che, come ho già citato in passato, è in grado di renderti, nel giro di pochi minuti, un medico chirurgo, o conduttore di treni, o architetto, o infermiere professionale. Vedi un po' tu poi se fidarsi di questa gente...

    Grazie della visita e del commento, a presto,
    HP

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  3. Una cosa è certa banale ma certa. Prendere il Taxi in Cina non è un esperienza noiosa.

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  4. Slow down !
    Best joke ever : L'esame di abilitazione per tassista :
    What does a yellow light mean? :

    http://www.youtube.com/watch?v=pvn-tBeLpCk

    Alex

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  5. Ciao Briccone,

    ben ritrovato e grazie del commento. Prendere un taxi in Cina non è davvero mai noioso. A volte arriva a farti apprezzare la terraferma, ma in generale è divertente. Salvo quando trovi quei guidatori litigiosi, che non sai mai se andrà a finire con una rissa. Oppure quelli con il taxi così malconcio che va a finire che si pianta in mezzo all'autostrada (capitato!) e devi aver la fortuna di trovarne un altro vuoto che passi proprio di lì - magari mentre stai andando in aeroporto e hai un volo da prendere!

    Ciao, buona settimana, a presto,
    HP

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  6. Ciao Alex,

    grazie della segnalazione! Non voglio immaginare come sia la selezione per un posto da taxista in Cina!

    Buona settimana, a presto,
    HP

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  7. I taxisti indiani sono cugini primi di quelli egiziani. I quali contano un quinto tipo: il pipistrello. Il taxista pipistrello viaggia ai cento all'ora nelle strade del deserto a fari spenti: probabilmente si avvale di un qualche sistema satellitare impiantato nel cranio, non so. Quando incrocia un'altra vettura - anch'essa a fari spenti - le pianta addosso gli abbaglianti (e l'altra fa lo stesso). Appena sorpassata, rispegne i fari. E buonanotte.

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  8. Ciao Pim,

    è bellissimo il pipistrello. Purtroppo (o per fortuna) è una razza quasi estinta in Cina. Nella Cina di una quindicina di anni fa, quando cominciai a razzolare in quei cortili, ne esistevano ancora. Specie nelle zone meno sviluppate di allora. E la cosa peggiore è che c'erano dei fratelli maggiori di tali chirotteri, ossia i camion, che anch'essi viaggiavano a fari spenti nella notte (e non per vedere se poi è così difficile morire...).

    Grazie del prezioso arricchimento. Di cuore.

    A presto,
    HP

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  9. Ahahah che ridere! Una curiosità: i tassisti cinesi di cui parli sono in prevalenza uomini, vero? ;-) Se è così cambierei il detto in "cinese al volante pericolo costante", ciao ;-)

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  10. Ciao Eva,

    ben ritrovata! Sono contento che ti sia divertita. I tassisti sono esclusivamente uomini. In parecchi anni di Cina, credo di ricordare a malapena un paio di donne alla guida di un taxi, e solo a Shanghai e Pechino. Mai vista una tassista nella maggior parte delle altre città in cui sono stato.

    Però ci sono molte guidatrici di autobus. Forse perchè fare il taxista è un mestiere un po' pericoloso. Tra ubriaconi e rapinatori, non stanno molto tranquilli. Tanto è vero che il loro sedile è circondato da un robusto scafandro di plastica trasparente antivandalismo.

    Grazie della visita, a presto,
    HP

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