lunedì 5 luglio 2010

La baia del massacro

The Cove, film vincitore di Oscar, girato a fatica – e non senza scontri con la polizia locale – da Louie Psihoyos, è appena entrato in programmazione, più o meno con la stessa fatica, nelle sale cinematografiche di Tokyo.

Racconta della mattanza celebrata annualmente nella baia di Taiji, nel sud del Giappone, dove centinaia di delfini vengono intrappolati nelle reti e poi uccisi ad arpionate. Una sana tradizione nipponica, che nessuno straniero dovrebbe permettersi di criticare, insultare e men che meno documentare. Ma insomma, reclamano i manifestanti, nazionalisti che esibiscono bandiere con il simbolo imperiale e cartelli di protesta, questo è razzismo bello e buono. Ce l’hanno con noi perché siamo giapponesi. Non tartassate i pacifici pescatori. E dai. Lasciate che continuino la loro consuetudinaria simpatica attività di macelleria marittima.

Presentato dalla stampa nipponica come una pellicola di spionaggio (videocamere nascoste, stratagemmi per sfuggire all’ira dei pescatori ripresi all’opera, operatori addestrati a girare in condizioni disagevoli) è, per loro stessa ammissione, uno sconvolgente documentario. Anche se, da buona razza superiore, non capiscono tutta questa enfasi sulla supposta straordinaria intelligenza dei delfini. Figuriamoci, fanno fatica a considerare intelligenti tutti gli altri umani che hanno avuto la sfortuna genetica di non esser nati nella terra del Sol Levante, pensa te se si potranno considerare dotati di intelletto dei mammiferi acquatici, di cui – tra le altre – non è mai stato trovato neppure un esemplare che parlasse anche approssimativamente il giapponese. Mah.

E inoltre, perché mettere in guardia il pubblico sui pericolosi livelli di mercurio presenti nella carne di delfino? Come è noto, sebbene possieda il trascurabile inconveniente di essere marginalmente velenoso, il mercurio aggiunge a questa impedibile squisitezza quel pregiato tocco di inconfondibile sapidità. Lasciamoli fare. È proprio vero che l’uomo non impara mai. Anche se proprio la razza giapponese ha sperimentato, già negli anni cinquanta, a Minamata, cosa vuol dire morire di mercurio. A migliaia.

Buon appetito ai buongustai nipponici, che hanno pacatamente manifestato davanti ai cinema, ma ben si son guardati dall’entrare e documentarsi. E aggiungerei, come personale augurio a questi sostenitori di siffatta tradizione, folcloristica, delicata e soprattutto grondante sangue, pardon, volevo dire, considerazione per gli altri esseri viventi: buon avvelenamento.


12 commenti:

  1. leggiti questo e capirai molte cose

    http://giappio.blogspot.com/2010/07/cove-per-chi-suona-la-campana_7695.html

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  2. Quando i gialli imbottiti di mercurio diventeranno verdi, forse impareranno ad accontentarsi delle sardine

    Ciao HP, a presto

    dragor (journal intime)

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  3. complimeti per la censura nei commeti uno ti da delle info piu dettagliate e meno di parte e tu che fai? cesuri.

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  4. Anche se apparentemente sembra sia così, ti assicuro, caro Anonimo, che non ho censurato nulla. Spendo due minuti di tempo per risponderti (in seguito lo farò anche con gli altri commentatori) per farti presente che si tratta di un problema - credo - tecnico. Infatti se guardi il numero di commmenti citati si legge che ce ne dovrebbero essere 4 e non 3. Non so cosa sia successo al tuo primo commento, nè ai 3 del mio post precedente (si legge che ci sono 3 commenti, inclusa una mia risposta, ma quando si va ad aprirli, si vede... 0 commenti). Non dipende da me, e non è mia abitudine censurare nessuno. L'ho fatto solo una volta nei confronti di uno spammer che faceva affermazioni gravissime.

    Il tuo commento era anzi interessante ed offriva una lettura differente.

    Per dimostrarti che non censuro nessuno, te lo ricopio dal messaggio ricevuto in posta:

    leggiti questo e capirai molte cose

    http://giappio.blogspot.com/2010/07/cove-per-chi-suona-la-campana_7695.html


    Questo è quanto mi hai scritto. Avrei piacere che ti firmassi, anche solo con uno pseudonimo. E ti risponderò in giornata, appena ho un attimo di tempo per farlo. Ma ci tenevo a farti sapere che mi hai accusato ingiustamente di una cosa che non mi piace in altri blogger: la censura del pensiero differente, quando presentato in termini civili ed educati.

    Ciao, a presto,
    HP

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  5. Rieccomi qui, caro Anonimo. Hai ragione. Il post di Giappio è dettagliato e meno di parte. Sul fatto di esser dettagliato, tanto di cappello a Giappio, che è un blogger di gran rispetto per la sua evidente conoscenza del Giappone. Io ne sono un frequentatore ben più passeggero.

    Sul fatto di esser di parte, certo. Non amo l'atteggiamento altezzoso del Giappone nei confronti di balene - e delfini - e tonni, che se sono meno intelligenti o meno simpatici, altrettanto non meritano di esser estirpati degli oceani come razza per appagare l'inesauribile desiderio di toro e maguro da parte dei giapponesi. Sono parziale? Me ne vanto, una volta tanto. Viva Sea Shepherd e la sua battaglia contro la marina baleniera imperiale.

    Per il resto, devo dire che il blog di Giappio, per quel poco che ho avuto modo di leggere, è raccomandabile a chiunque voglia sapere di Giappone da uno che - evidentemente - ci vive.

    Un saluto, a presto,
    HP

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  6. Ciao Dragor,

    i giapponesi impareranno ad accontentarsi delle sardine quando anche l'ultimo tonno sarà stato pescato dagli oceani.

    E' l'insostenibilità dell'egoismo umano che fa paura. Specie quando nessuno sembra voler far nulla per combattere questa indiscriminata strage di risorse alimentari.

    Grazie della visita, a presto,
    HP

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  7. ciao Antonio,

    grazie della visita! A presto,

    HP

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  8. mi scuso per l` aggressione. (blogger aveva dei problemi nessuna censura)
    Da residenre sono spesso in disaccordo con Pio emila (giappio) ma devo dire che giustamente visto il suo storico in giappone e` uno dei piu esperti.
    Io nel mio caso sono contrario alla pesca, dico sempre ai giapponesi se riuscite ad allevarli cacchi vostri mangiateli ma finche le risorse sono basse non si puo pescare punto.
    Poi almeno ammazzateli velocemente cristo di un dio. Il problema piu grosso come spiegato da giappio e` che loro i giapponesi comuni non sanno regire, ti spiego la cosa in modo semplice.
    Dopo un bel lavoro certosino nelle scuole ormai i giapponesi non sanno prendere una posizione,
    poi se aggiungi che tutto e` presentato in un modo contro il giappone capisci che la reazione e` comprensibile in chi rispetta la propria bandiera.
    I metodi di sea shepard hanno contribuito sul suolo giapponese a dare un immagine di terrorista a ogni ecologista.
    Per me serve discutere far reagire i giovani. per capire la cosa cercati i video delle sommosse contro narita (aereoporto) ora non vedrai nulla di simile. Ottima ingegneria sociale.
    ti do un altro blog da seguire per capire come sono i giapponesi e il giappone.
    scusa il messaggio confusionario e` scritto con il cellulare in treno.

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  9. Ciao eremita,

    scuse più che accettate. Grazie del tuo ricco commento. So cosa vuol dire scrivere sui treni giapponesi, mi è capitato qualche volta.

    Concordo sul fatto che i giapponesi non sappiano prendere una posizione. I metodi di Sea Shepherd non sono da fighetti che fanno gli ecologisti seduti in salotto guardando la tivu. Fanno bene a confrontarsi nave contro nave con le baleniere giapponesi – visto che vanno ad invadere le acque territoriali di altre nazioni, per i loro sporchi interessi commerciali. Ovviamente questo li fa vedere in Giappone come dei terroristi. Ciò non toglie che da altre parti possano esser visti come terroristi (verso la natura) i pescatori che sparano testate esplosive dentro a delle innocenti balene, e le squartano mentre sono ancora vive. Non mi risulta che nessun pescatore giapponese sia mai stato né squartato né fatto esplodere da alcuno di Sea Shepherd. Al contrario, Peter Bethune ed il suo equipaggio hanno rischiato di morire con il loro Ady Gil affondato dalla Shonan Maru.

    Non so cosa siano le sommosse contro Narita. Se mi racconti qualcosa di più o mi mandi qualche link… lo stesso vale per l’altro blog di cui mi parli, ma non mi hai dato il link.

    Grazie della replica, a presto,
    HP

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  10. Sono notizie come queste che possono alimentare il razzismo nei confronti di un popolo, o...una razza.
    Tesea

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  11. Lo so, Tesea, sarebbe bello poterle evitare, ma i giapponesi fanno davvero di tutto per non farsi amare all'estero. O almeno, stando a commenti e link di questo post, una minoranza rumorosa - e prezzolata - alla quale la maggioranza silenziosa non sa opporsi efficacemente...

    Grazie della visita e del commento, a presto,
    HP

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