sabato 14 agosto 2010

Repetita iuvant

Orsù, celebriamo tutti insieme il debutto del nuovo stupendo codice della strada all’amatriciana. Tra le varie perle coniate dai nostri ineffabili legislatori troviamo: l’innalzamento del tasso alcolemico nel sangue da 0,5 a 0,8 g/L, la facoltà concessa alle società gestrici delle autostrade di portare il limite di velocità da 130 a 150 km/ora, la possibilità di chiedere la revoca a tempo della sospensione della patente – tre ore al giorno, per andare a lavorare o per opere socialmente utili, così ora tutti gli ubriaconi al volante non avranno neppure quel piccolo incomodo di dover trovare un collega che li porti in fabbrica, oppure fare addirittura ricorso a mezzi pubblici o a una sana bicicletta, con tanti saluti allo scopo educativo del ritiro della patente.

Evviva. Seguendo l’inoppugnabile logica per cui se nessuno rispetta un limite innalziamolo, così magari la gente rientra nella legalità, ci faremo ridere dietro da una moltitudine di paesi con un senso civico più elevato del nostro (ci vuol poco), e soprattutto con autorità e rappresentanti del popolo maggiormente attenti al benessere della comunità.

Intanto si continua a leggere quasi quotidianamente di maledetti assassini, ubriachi o drogati al volante, che investono e ammazzano gente innocente, bambini in carrozzina, ragazzi su dei motorini, vecchiette in bicicletta, famiglie di ritorno da una gita. E di giudici che – applicando la legge – li mandano liberi in quattro e quattr’otto. Ognuno di noi è a rischio. Nessuno è esentato, salvo che non si chiuda in casa senza nemmeno uscire per andare a comprare il pane.

Queste nuove norme sono una offesa al buonsenso ed alla sicurezza di tutti noi. In una società dove chi segue le regole non è considerato un buon cittadino, ma un imbecille che non ha il coraggio di ribellarsi a leggi liberticide, innalzare limiti di velocità e la quantità di alcool legalmente assumibile equivale a dare ragione a questa scuola di pensiero.

Fiero di essere un imbecille. Di osservare i limiti di velocità in autostrada, non per paura delle multe ma per rispetto degli altri e soprattutto di me stesso. Di non bere nemmeno un bicchiere di vino la sera al ristorante, se so che dopo dovrò guidare, fossero anche duecento metri. Di indossare le cinture di sicurezza, al volante e perfino quando sono seduto dietro. Il mio sogno – temo irrealizzabile – è di appartenere ad una nazione con sessanta milioni di imbecilli come me.

Il nuovo codice della strada mi ha spinto a rileggere un mio pezzo pubblicato tre anni fa, ma sempre attuale. Ve lo voglio riproporre perché repetita iuvant: se salverà anche solo una vita, meritava scriverlo – e leggerlo.


Basta saperlo

Una ragazza di sedici anni travolta e ammazzata da un ubriaco a cui era già stata ritirata la patente tre volte. Evidentemente in soli due anni di guida, visto che risulta che il tizio in questione ne abbia venti, di anni. Roba da pelle d’oca.

A leggere certe cose passa quasi la voglia di scrivere. Ti senti impotente, davanti a tanta ignoranza e presunzione. Come si fa a morire a sedici anni uccisi da un quasi coetaneo che si ubriaca e poi insiste a guidare? Non andrebbe ritirata a vita la patente ad uno così? Ma prima che ammazzi qualcuno, non dopo, quando ci sarà qualcuno che piange veramente, e un sacco di coccodrilli a dire poverina, e a non fare un bel niente perché non continui a succedere. Fino alla prossima volta. Fino al prossimo ubriaco che sale in macchina, e nessuno gli dice nulla, e continua ad ammazzare. Fino alla prossima strage del sabato sera.

Invece per le persone consapevoli, per quelli che guidano tutti i giorni senza essersi imbottiti di alcool, per quelli che ci tengono alla propria pelle e a quella degli altri, siano gli altri un perfetto sconosciuto o i propri cari che condividono il viaggio, per questa gente di una categoria che merita salvaguardare, voglio raccontare qualcosa che forse può salvare delle vite, e varrebbe già la pena farlo se questo ne salvasse pure una sola.

Non pensate che avere agganciato le cinture, avere fatto il tagliando, avere gli airbag, l’ABS, e tutte le altre ingegnosità elettroniche che equipaggiano oggi le vetture, sia tutto quello che occorre per evitare guai in caso di incidente.

Ci sono altri – gratuiti – accorgimenti che ognuno dovrebbe adottare. Basta saperlo. E provvedere. Chi ha mai pensato che un telefono cellulare, una borsa della spesa con delle scatolette, una bottiglia di vetro, un ombrello, insomma un qualsiasi oggetto lasciato libero di circolare per la macchina, si possa, per un urto improvviso, trasformare in un proiettile che può ferire, mutilare, uccidere?

Chi ha mai immaginato che un bagagliaio stracolmo di borse e valigie, specie nelle vetture familiari, dove i sedili posteriori sono l’unica incerta paratia che separa l’abitacolo dal vano bagagli, potrebbe, in caso di incidente, schiacciare con il proprio peso gli occupanti dei posti di dietro, che di frequente sono bambini?

Quanti di voi guidatori attenti si sono fatti lo scrupolo di consigliare almeno, se non di imporre, ai passeggeri seduti dietro, di indossare la cintura? E, badate bene, non per la loro sicurezza. Per la vostra, e di chi sta seduto accanto a voi. Perché se un cellulare può tramutarsi in un corpo contundente letale, immaginate che cosa devastante è un passeggero di settanta chili (che la velocità e la forza d’inerzia trasformano in una tonnellata) scaraventato contro lo schienale del vostro sedile. È capace di sradicarlo e schiacciarvi contro il volante, o contro il finestrino. O di strozzarvi contro la vostra stessa cintura di sicurezza.

Esagerazioni? Casi estremi? Combinazioni fortuite, che capitano una volta su un milione? Non è così. Sono tutti eventi avvenuti e documentati. E se anche fosse, a nessuno piace fare il milionesimo.

Non occorrono corsi speciali, né doti straordinarie per evitare una tragedia assurda. Se non volete correre il rischio di essere ammazzati da una scatoletta di fagioli o dal vostro telefonino, o peggio ancora da un vostro familiare o amico che state trasportando, abbiate questa piccola ma vitale accortezza.

Non lasciate oggetti sparsi per la macchina. Assicuratevi che i bagagli dietro non si muovano, che non possano prendere una mortale rincorsa, in caso di urto. Suggerite ai vostri passeggeri che si allaccino le cinture. Tutti. E se ridono, o sbuffano, o vi prendono in giro, tacciandovi di essere troppo prudenti, ditegli in faccia che non lo fate per loro. Che lo fate per salvaguardare la vostra, di pelle, prima di tutto. Se hanno del rispetto, magari capiranno. E eseguiranno.

Sarebbe bello e tutto più facile se anche in Italia, come in Australia, il guidatore perdesse punti patente per ogni passeggero sorpreso senza cintura. E in più la polizia applica una doppia sanzione, una al viaggiatore riottoso ed una al conducente, che è responsabile dell’incolumità di tutti, a bordo. Nessuno ama pagare una multa e perdere punti per colpa dei propri trasportati. Per cui diventa il loro – salvifico – controllore.

In mancanza di questa cultura della sicurezza, costruiamocela da soli con il fai-da-te e con il passaparola, cose in cui noi italiani eccelliamo. In fondo, che cosa è qualche minuto di attenzione, prima di iniziare il viaggio, a petto di una vita – la vostra, o quella di chi vi sta a cuore – salvata?

Prima pubblicazione : 15 luglio 2007

4 commenti:

  1. Non sono contrario ad un innalzamento del tasso alcolemico consentito: o,5 mim/l era effettivamente troppo poco (l'equivalente di una mezza birretta). Sulla velocità consentita in autostrada, rimango dell'idea che sarebbe da seguire l'esempio tedesco (limiti variabili a seconda del tratto). Il resto del nuovo codice è di un bizantinismo terrificante, solo l'attuale governo poteva partorire un simile mostro...

    Un caro saluto.
    Pim

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  2. Ciao Pim,

    ogni tanto è bello trovarsi in disaccordo su qualche argomento, pur mantenendo inalterati stima e rispetto.

    Io sono per la linea dura, perchè gli italiani in generale sono refrattari al rispetto delle regole. Talvolta perchè malfatte, ma talaltra per il puro gusto ribelle di andare non solo contro l'autorità ma anche contro la logica quando non contro il benessere. Poco alcool diventa spesso troppo. E' vero che una birretta non ubriaca (salvo uno sia un alcolista, ma qui si scende nel patologico), ma purtoppo troppo spesso una birretta diventano due o tre, un bicchiere di vino diventa una bottiglia, il martini in discoteca si moltiplica, e poi si legge delle stragi del sabato sera. E non ne faccio una colpa dei soli incoscienti ragazzi. Condanno molto di più i padri di famiglia che bevono e poi guidano, e danno esempi orrendi ai propri figli.

    E la velocità variabile funziona quando poi la gente (come in genere accade per i tedeschi) va veramente a 80 all'ora quando il cartello così chiede. Debbo peraltro dire che nel recente viaggio autostradale tra Cuneo e la Versilia ho trovato un accettabile livello di rispetto dei limiti da parte della maggioranza delle auto (e non erano tutti turisti stranieri!). Che sia l'inizio di qualcosa di buono? Speriamo...

    Grazie della visita e del commento, a presto,
    HP

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  3. Sono basita, non sapevo di questa riforma. A parte questo, le auto sono un'arma letale e non solo in Italia. Qui in Francia la campagna di sensibizzazione al problema è pressante, questo non ci impedisce di leggere nel Nice Matin almeno un incidente grave al giorno solo a Nizza. A proposito di imbecilli, qui pullulano. Quelli che fanno la Prom' a 90 all'ora "perché tanto è tutta dritta", i pedoni che passano col rosso o sui binari a due metri dal tram che sta arrivando "perché tanto si fermano"... Fai bene a parlarne, repetita iuvant, almeno lo spero
    Un abbraccio
    Pat

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  4. ciao Pat,

    rieccomi a commentare dopo una settimana di black-out cinese.

    Grazie della visita e delle tue parole di supporto. Come ben racconti tu, tutto il mondo è paese, quando si tratta di guidare. Per questo occorre severità nelle norme e garanzia della punizione: se no continueremo sempre a leggere di morti ammazzati da pirati della strada...

    Ciao, a presto,
    HP

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