venerdì 21 gennaio 2011

Me generation

Scritto più di due anni fa, ma sempre attuale. Come fresco di giornata.

Me generation

Appropriata e sintetica definizione dei giovani cinesi appartenenti alla generazione dei figli unici nati dopo il 1980, frutto della legge che prevede un solo erede per nucleo familiare.

Milioni di individui cresciuti nella bambagia, coccolati, viziati, riforniti di ogni bene materiale prima ancora di chiedere, da dei genitori nati nel periodo tenebroso della rivoluzione culturale che alla loro età nemmeno si sognavano potesse esistere il paese del bengodi che è oggi la Cina. Tutto quello che io non ho avuto, lo voglio per mio figlio. Bell’educazione.

Tutti questi figli singoli crescono nella convinzione che tutto sia loro dovuto e che il mondo ruoti attorno a loro. Trascorrono l’infanzia privati della presenza e del confronto con dei fratelli, nella totale ignoranza del concetto di condividere con gli altri sia i beni materiali, balocchi, cibo, libri di scuola, sia emozioni, sentimenti, giochi, studio, baruffe, abbracci. Crescere insieme. Zero.

Orde di giovani egocentrici e materialisti, ineducati alla convivenza, abituati a genitori che fanno qualsiasi sacrificio al fine di non fargli mancare non solo il necessario ma anche il superfluo, invadono le città dal tenore di vita consolidato come Shanghai.

Non un bel biglietto da visita per il domani della nazione più popolosa del mondo. Spesso mancano l’educazione e il rispetto. Colpa del governo? Forse. Dei genitori? Certo. Si vedono mamme che spingono il proprio ragazzetto verso l’unico sedile liberatosi sul metrò, invece di insegnargli a cedere il posto a chi ne può avere più bisogno. Si osservano bambini inscenare bizze accompagnate da urla e pianti asciutti, e genitori affranti prontamente provvedere affinché il piccolo principe non sia privato di alcunché.

Un confortante contraltare è costituito dalla fascia rurale e meno abbiente della società, che vive ancora secondo i tradizionali principi di rispetto dei vecchi, di apprezzamento per ciò che si ha, di applicazione della sana regola che non si spreca nulla di ciò che è stato acquisito coi proventi del quotidiano sudore della fronte. Ma con il graduale diradamento della Cina contadina ed il massiccio flusso migratorio verso le zone urbane, fonti di impareggiabili opportunità, c’è ben poco da illudersi per il prossimo futuro.

Fossimo a Singapore (agevolata sia dalla dimensione della nazione, sia dalla lungimiranza dei governanti), il problema sarebbe stato già affrontato lanciando delle campagne per la gentilezza e la cortesia nei confronti del prossimo, come è capitato in passato. Sono in maggioranza cinesi anche lì, ma non mancano iniziative tese a migliorare una società che già funziona. Eccome.

A Pechino, in vista delle olimpiadi prossime venture, e per timore di una figuraccia planetaria, si stanno già mobilitando, accontentandosi però di traguardi meno ambiziosi ma non per questo meno impegnativi. Insegnare ai cinesi a smetterla di infischiarsene delle code e di sputare per terra dappertutto. Ad avere una parvenza di rispetto per le regole del traffico urbano. A non urlare nelle orecchie della gente quando parlano, specie quando sono al cellulare (che ormai hanno anche i cani in Cina). A non pretendere di salire sui mezzi pubblici sgomitando mentre altri disgraziati stanno cercando di scenderne. A capire che quei buffi oggetti detti cestini della spazzatura hanno una funzione non solo decorativa dell’arredo urbano.

Se il governo, sia pur con delle operazioni dai nomi comici, come il giorno della coda non saltata, riuscirà ad ottenere dei risultati apprezzabili, allora saranno soldi ben spesi. E sarà un buon inizio, che farà ben sperare nella possibilità, nel giro di qualche generazione, di fare della Cina un posto civilizzato. Forse non come Singapore. Ma magari una buona imitazione. Arte nella quale, in Cina, sono maestri.

Prima pubblicazione : 6 novembre 2007

4 commenti:

  1. Her generation
    Mentre leggo il post, sto pensando : ma dove sono le piccole principesse....Purtroppo, temo di conoscere la risposta...
    Alex

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  2. ciao Alex,

    non lasciarmi in sospeso, con una risposta che non so trovare...

    Dove sono le piccole principesse??

    Grazie della visita, a presto,
    HP

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  3. Niente. Non c'era risposta. Pensavo soltanto alla condizione della donna in Cina...tipo gli aborti appena l'ecografia svela che nascerà una femmina, le operaie nelle fabbriche lager, il tasso di suicidio di donne il più alto del mondo...ecc...
    Ho visto un film di Li Yang in cui una "sposa" si compra 125 yuan il chilo.

    http://www.youtube.com/watch?v=T6JZ0WF-WGE

    Alex

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  4. ciao Alex,

    grazie della replica. Purtroppo triste. Ma vera.

    Sai che ora, magari tardivamente, ma meglio tardi che mai, si sono resi conto del dramma demografico dovuto alla mancanza di donne causata dalla politica del figlio unico?

    Oggi è proibito fare ecografie che rivelino il sesso del nascituro. Per evitare il fenomeno degli aborti selettivi.

    Questo purtroppo non impedisce che troppe bambine vengano ancora abbandonate ad un destino di morte, appena nate. Per fare luogo alla vanità dei padri di volere un figlio maschio a tutti i costi. Che nel giro di vent'anni ha buone chances di non trovare moglie, perchè ne mancano all'appello circa 30 milioni.

    Grazie anche della segnalazione, a presto,
    HP

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