martedì 4 gennaio 2011

Segnali di civiltà

In una nazione abituata ad eccellere, in cui la qualità della vita non è sempre affidata alle buone maniere di qualcun altro (ottima ricetta per fallire, vedi l’imperante inciviltà italiana, nella quale il bel gesto è purtroppo motivo di meraviglia e di citazione) ma è fatta del contributo individuale di ogni cittadino, sensibilizzato fin da piccolo a comportarsi con creanza e rispetto, è naturale trovare dei cartelli che fanno sbalordire per la loro attenzione al dettaglio, per l’efficacia motivazionale, per la loro funzione civilizzatrice.

Sto – ovviamente – parlando di Singapore. Dove, all’aeroporto di Changi, votato non a caso il migliore al mondo, in una toilette si trova uno schermo sul quale dare la propria valutazione dello stato di manutenzione della stessa. Con tanto di foto dell’addetto, citato per nome e cognome, scopettone in mano, ed era proprio lì, non una presenza virtuale tanto per dire che ogni due ore qualcuno passa a dare una ramazzata e una deodorata. Inutile precisare che il luogo era lindo e scintillante, assolutamente privo di alcun sentore, nemmeno quell’invadente e fastidioso alito di deodorante canforato, forte al punto da bruciare gli occhi. Robe da pubblicità del brillacciaio, in quel lavandino ci potreste mangiare dentro. Ogni lavoro a Singapore è preso come una missione, come una cosa da fare seriamente. Cosa potevo votare, se non eccellente?

Sempre all’aeroporto, il riciclaggio si propone in modo divertente, con una punta di – giusta – autocelebrazione. Dicono che per ogni tonnellata di carta riciclata si salvino 17 alberi. Non so se sia vero, ma mi piace crederci, e soprattutto mi piace leggere che l’anno scorso, grazie a giornali e cartoni rimessi al macero, l’aeroporto di Singapore abbia salvato più di 1.800 piante. Bene. Il bidone della carta mascherato da testata di giornale istruisce, mentre chiede a tutti di non sprecare la carta usata, ma di riciclarla correttamente. E accanto a quello, la lattina e la bottiglia formato gigante mettono allegria, invogliano a riempire i due vivaci contenitori con tanta plastica, con l’alluminio delle bevande. Ogni cosa al suo posto.

Una nazione si giudica dal rispetto che mostra verso i disabili, e non solo a parole. Davanti ai loro parcheggi c’è un cartello inequivocabile. Palese – e sanamente scoraggiante, circa 250 Euro – l’importo della multa per l’infrazione di uso abusivo di tale posto, e sotto un numero verde da chiamare in caso di violazione. Chiunque può telefonare. E state tranquilli che non deve arrivare un disabile per farlo, qualcuno con il senso della giustizia c’è sempre a Singapore. Se uno chiama cosa succede? Non lo so, perché non mi è ancora capitato di vedere un posto occupato illecitamente. Ma mi assicurano che nel giro di poco arriva un addetto per multare l’incivile ed un carro attrezzi per rimuovere il mezzo. Questione di minuti, non di ore – quando va bene – come succederebbe da noi. Civiltà in azione.

Troppo perfetto per essere vero? Dai, troviamo qualcosa di buffo, per fare capire che a Singapore non sono degli alieni. Passeggiata in bicicletta nei curatissimi parchi, mai una cartaccia per terra, un mozzicone di sigaretta, una cacca di cane trascurata da un padrone infingardo. Corsie per le biciclette ed i pattinatori, con tanto di riga divisoria in mezzo. Leggo l’immancabile cartello: sii cortese, stai nella corsia di destra. Obbedisco volentieri, anche se oggi non c’è nessuno sulla pista ciclabile. Mi vengono dei dubbi quando vedo in lontananza altri ciclisti che puntano direttamente su di me. Stay on the right track? Illuminazione. Non volevano dire sulla corsia di destra, ma su quella giusta! Che è quella di sinistra. Amici cartellonisti: non presupponete che tutti – specie gli stranieri che non vengono dalla Gran Bretagna – sappiano che sulle piste ciclabili la corsia giusta è quella di sinistra. La prossima volta, o fate delle frecce per terra, oppure scrivete: Stay on the LEFT track!


2 commenti:

  1. Simpatica la foto ! Il casco non è ancora obbligatorio ?
    Right opposto a sinistra (left). Right opposto a falso (wrong)...mi sembra che la parola designi anche un angolo diritto ! Poi, se ci fosse una voce registrata invece di un cartello...ci sono gli omonimi : write (scrivere), rite (rito), wright (un archaismo per artigiano)....
    C'è un film con John Cleese : Clockwise. Gli succede tutta una seria di disavventure perché punteggia le sue frase con la parola right. Recarsi a un semplice incontro universitario diventa un'odissea...allora anche in Gran Bretagna :
    http://www.youtube.com/watch?v=jIoY2909MIQ
    Alex

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  2. Ciao Alex,

    mi scuso del ritardo! Il casco non è ancora obbligatorio, ma è consigliato (se fosse stato obbligatorio, nota la fama di Singapore per essere una "fine city", di sicuro ci sarebbe stato qualche bravo cartello che segnalava l'importo della multa per la trasgressione!).

    Siccome la gita in bici è stata una cosa improvvisata, non mi andava proprio prenderne uno a noleggio (che schifo) e comprare un casco per una sgambata di una ventina di chilometri, tutti perfettamente protetti da traffico veicolare, mi sembrava esagerato (anche perchè non avrei saputo dove metterlo in valigia...).

    Bella la segnalazione del film con John Cleese. Lo cercherò. Con uno degli attori del Monty Python, non può che essere un buon pezzo di English humour.

    Grazie del commento, a presto,
    HP

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