domenica 8 maggio 2011

Da bao

È così semplice fare del bene. Gratis. Riflessione che prende spunto da una delle abitudini radicate in altre culture, ma che in Italia è assolutamente considerata con antipatia, quando non disgusto.

In Cina, alla fine del pasto, se ci sono degli avanzi di un minimo di valore (le porzioni non sono individuali ma collettive, per cui i resti sono quasi sempre cibo né toccato né assegnato ad alcun commensale), è buona abitudine chiedere il da bao. Che significa impacchettare. A richiesta dell’ospitante, una cameriera provvede a confezionare le rimanenze di cibo in apposite scatolette e consegna il tutto in un sacchetto annodato, per portarselo via. Il ragionamento non fa una grinza. L’ho pagato, quindi questo cibo è mio. Me lo porto a casa e se ne ho voglia lo do al cane. Oppure lo scaldo domani e me lo mangio io. Giustissimo.

In Italia, non ho mai capito perché, questa sana abitudine di non sprecare cibo non esiste quasi. Salvo qualche memoria che conservo di antichi matrimoni al sud, dove è d’uso esagerare, ed allora ti può capitare di portarti a casa un’aragosta intera, l’equazione è guarda, si porta a casa gli avanzi, poveraccio, non si può permettere di sprecare, ha bisogno anche di questo per sopravvivere. Ci si vergogna di chiedere qualcosa che è già nostro perché dal conto stai tranquillo che non te lo scalano, se lo hai avanzato. Mah.

Comunque. Quando si è in Cina o in altri posti dove c’è un sacco di arricchimento selvaggio, e troppa povertà a fargli da contraltare, ricordatevi che potete fare del bene perfino gratis. Avete pranzato, o cenato, in un ristorante locale? Di solito restano sempre degli avanzi sul tavolo. Di nessun valore, per chi si può permettere di andare al ristorante. Ma provate per una volta a chiedere il da bao. Uscirete con un buffo, forse imbarazzante sacchetto pieno di derrate inscatolate. Ma vi assicuro che l’imbarazzo sarà breve. E lascerà posto a un sentimento differente. Non vi occorreranno due minuti di passeggiata, per avere qualche poveruomo pencolante sulle stampelle o qualche donna affardellata di bambini cenciosi che vi chiederanno non dei soldi, ma direttamente la sportina. Quella è fame, sappiatelo. Noi siamo abituati ai soliti ragazzotti che ti chiedono un euro …per un panino… ma già sai che andrà a finire in vena, non nello stomaco. Questi se devono scegliere tra una moneta e del cibo quasi caldo, non hanno dubbi.

Ieri sera, a Pechino, ne ho vista una, di queste disgraziate, ottenere l’ambito regalo e fuggire rapida e guardinga come un cane quando ghermisce un osso succulento e teme che qualche rivale glielo strappi. Che pena.

Ricordate. Quelli che per voi non sono altro che inutili rimasugli, per gente infinitamente meno fortunata sono leccornie inusitate. Talvolta possono fare la differenza tra la vita e la morte. Di un bambino. Da bao. Rammentatevi queste due semplici parole. La prossima volta vincete la vergogna ed uscite orgogliosamente dal ristorante con un sacchetto in mano. Farete del bene. Presto. E gratis.

Prima pubblicazione : 14 agosto 2007

4 commenti:

  1. caspita, avevo scritto un commento chilometrico e nel passaggio ai caratteri di verifica, ho cancellato tutto.
    Sintesi: buona generosità a tutti!

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  2. Da bao ! sto pensando ai nostri ristoranti "cinesi." I miei colleghi li adorano ! sono tutti buffet a piacere dove puoi inghiottire una tonnellata di involtini primavera per 12 euro. La prossima volta direi Da bao designando i carrelli...
    Alex

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  3. Ciao Saamaya,

    mi dispiace per il tuo commento perso! E' una cosa che dà fastidio anche a me, quando mi capita...

    Grazie per la sintesi finale del concetto, e per il tempo che mi hai dedicato...

    A presto,
    HP

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  4. Ciao Alex,

    in Cina i ristoranti non hanno l'abitudine dell'all-u-can-eat-for. Perchè se no davvero la gente arriverebbe con le sporte e si farebbe scorta di cibo per casa...

    Invece il da bao si applica quando ordini più di ciò che riesci a mangiare, pagando a porzione, e quindi giustamente quella è roba tua.

    Mi sta venendo fame!

    A presto,
    HP

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