domenica 10 luglio 2011

Troncamenti equivoci

Forse varrebbe la pena suggerire a questi signori, importatori di cibi e bevande di pregio dalla vecchia Europa, che se si vuole dare al proprio negozio un nome contenente un tocco di raffinata allusione ai termini meno consueti ma più identificativi del vero gourmet, allora prima di perfezionare la scelta sarebbe saggio consultare qualche italiano. Perché se no, nel tentativo di evocare la scienza culinaria, si ottengono questi spassosi risultati.

Non solo: fanno pure proseliti. Come gli autori di questo ricettario, visto negli scaffali di una libreria di Singapore.

4 commenti:

  1. ciao Pim,

    meritava un post, vero??

    Grazie della visita e del sorriso!

    A presto,
    HP

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  2. Mi hai fatto crepare dal ridere (soprattuto la tua reazione per dire la verità)
    Se il gestore avesse consultato qualche italiano, avrebbe perso la clientela anglosassone. la parola culina è solo un tocco snob per dire kitchen ; sono sicuro che la culina attira gli anglosassoni come la m...attira le mosche.
    Alex

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  3. ciao Alex,

    sono contento di averti fatto ridere. Anche se questa contrazione attira gli anglosassoni, continuo ad esser dell'idea che qualcuno dovrebbe spiegarglielo come suona alle orecchie di un italiano.

    Del resto il mondo è pieno di doppi sensi, e di parole che in una lingua sono innocenti ed in un'altra sono invece piccanti. Prova a chiedere ad un brasiliano come si chiama il portafortuna fatto da una mano chiusa a pugno, con il pollice che sporge tra indice e medio...

    Grazie della visita, a presto,
    HP

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