giovedì 1 marzo 2012

Quale allegria

Di recente ho riascoltato per caso alla radio uno dei pezzi più magicamente tristi di Lucio Dalla. Mi ha riportato indietro nel tempo, ho rivissuto per un attimo sospeso dei momenti di quasi trent'anni fa. Subbuglio interiore. Ci sono canzoni che non si rimuovono da dentro. Ci sono frasi che ti fanno d'improvviso avvertire che hai un cuore. Lo senti muoversi. Pulsare forte, imperioso. Tolgono il fiato, e capisci che non potresti aggiungere altro, nemmeno con un milione di parole a disposizione, a quella perfetta armonia malinconica. Allora oggi lascio che il maestro Lucio ci racconti ancora una volta la sua poesia antica ma sempre attuale:

Quale allegria
se ti ho cercato per una vita senza trovarti
senza nemmeno avere la soddisfazione di averti
per vederti andare via

quale allegria,
se non riesco neanche più a immaginarti
senza sapere se strisciare se volare
insomma, non so più dove cercarti

quale allegria,
senza far finta di dormire
con la tua faccia sulla mia
saper invece che domani ciao come stai
una pacca sulla spalla e via...
quale allegria,

quale allegria,
cambiar faccia cento volte per far finta di essere un bambino
con un sorriso ospitale ridere cantare far casino
insomma far finta che sia sempre un carnevale…
Sempre un carnevale.

Senza allegria
uscire presto la mattina
la testa piena di pensieri
scansare macchine, giornali
tornare in fretta a casa
tanto oggi è come ieri

senza allegria
anche sui tram e gli aeroplani
o sopra un palco illuminato
fare un inchino a quelli che ti son davanti
e son in tanti e ti battono le mani.

Senza allegria
a letto insieme senza pace
senza più niente da inventare.
Esser costretti a farsi anche del male
per potersi con dolcezza perdonare
e continuare.

Con allegria
far finta che in fondo in tutto il mondo
c'è gente con gli stessi tuoi problemi
e poi fondare un circolo serale
per pazzi sprassolati e un poco scemi

facendo finta che la gara sia
arrivare in salute al gran finale.
Mentre è già pronto Andrea
con un bastone e cento denti
che ti chiede di pagare

per i suoi pasti mal mangiati
i sonni derubati i furti obbligati
per essere stato ucciso
quindici volte in fondo a un viale
per quindici anni la sera di Natale...


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